I vulcanelli di fango

I vulcanelli di fango: Nel territorio di San Paolo ve ne sono due: uno in contrada Bagno o Bagni, attualmente contrada Fonte, l’altro in contrada Battinebbia. Sono chiamati “bagni”, “salse” o bollitori; la denominazione di “vulcanello” è stata preferita in quanto le materie fangose, uscenti dal suolo miste ad acqua sospinte dai gas, si dispongono in modo tale da riprodurre, in scala ridotta, un apparato vulcanico, con la tipica forma conica col relativo cratere.

Il vulcanello di contrada Bagno si presenta in un tratto di terreno pianeggiante come vasta area fangosa, circolare, con diametro di circa 20 metri. In essa qua e là qualche spiraglio lutivomo: tre piccoli conetti, con fango spesso ribollente. Il luogo incolto è circondato all’intorno da salici, interamente ricoperto di piante palustri.

Il vulcanello di Battinebbia, sulla destra del fosso detto Valle delle Lame, si presentava nel 1951, rialzato sul fossato e con un conetto di emissione fangosa (alto 45 cm, diametro di base 60 cm). Immediatamente all’intorno manca la vegetazione e ci sono pozze fangose.

Questi fenomeni non sono unici nelle Marche: altri ne troviamo in provincia di Ascoli, mentre non sono presenti nell’area settentrionale della nostra regione. Nel bacino del fiume Esino, oltre a quelli di San Paolo, ve ne erano nella valle del Fossato di San Giovanni, affluente dell’Esino, in contrada Calapina nel comune di Monte Roberto. Purtroppo l’abbandono dei campi, lo spianamento dei terreni con mezzi meccanici e la mancanza di leggi nazionali o regionali che permettano la protezione dei siti come “genotipi”, hanno in parte distrutto o reso irraggiungibili fenomeni interessanti dal punto di vista della geografia fisica, come questi dei vulcanelli.

 

Acquasalata: Il torrente Cesola (nome che trae origine dai passati disboscamenti) è un corso d’acqua che versa le sue acque nel fiume Esino e che raccoglie quelle di tutto il bacino dell’intera Valle del Massaccio (Cupramontana, San Paolo, Staffolo).

Lungo il torrente una sorgente ricca di sali minerali è all’origine del toponimo Acquasalata usato sia nella zona del comune di San Paolo che in quella di Cupramontana.

La sorgente con le sue acque salse è probabilmente da mettersi in relazione con la presenza del vulcanello di fango in contrada Battinebbia, situato a poche centinaia di metri.

Nei secoli passati la sorgente fu apprezzata per le sue prerogative terapeutiche, tanto da essere chiamata acqua santa. Virtù terapeutiche per animali e persone, le acque comunque erano usate allora, come di recente per ricavare il sale. Durante l’ultimo conflitto mondiale infatti molti, per carenza di sale, vi si recavano prelevando acqua che aggiungevano ad altra per cuocere vivande o facendola bollire ne ricavavano direttamente il sale.

Non lontano, nelle vicinanze della sorgente, si ricorda ancora da qualche anziano, un vasaio, che per qualche tempo si dedicò alla realizzazione di brocche, destinate prima di tutto a chi, andando ad attingere acqua, potevano ritrovarsi con le brocche rotte.

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